Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Sicario - Recensione

28/09/2015 | Recensioni |
Sicario - Recensione

La sabbia negli occhi, l'odore dei cadaveri, i cunicoli claustrofobici e scene d'azione costruite ad hoc, senza strafare, bensì calcolate, in un crescendo di tensione che fa dell'ultima fatica di Denis Villeneuve, un film aspro, reale ed inquietante. Questo è Sicario, presentato in anteprima al Festival di Cannes 2015.
 
Al centro della vicenda, l'agente dell'FBI, Kate (Emily Blunt). La CIA la arruola dopo che la donna ha partecipato ad un'imboscata riguardante il cartello messicano della droga. Da qui ha inizio un viaggio nel mondo “segreto” dello spaccio e delle morti ad opera delle bande dei narcos: tutti i servizi segreti americani sono pronti a trasgredire ogni regola per mantenere il controllo e il potere.

Dopo Prisoners ed Enemy (2013), il regista canadese ritorna al cinema con un altro film che  spiazza, indaga le storie umane e porta alla luce situazioni e temi di denuncia sociale del panorama americano, spesso poco affrontati, che rimangono in sordina. Per l'occasione, Villeneuve porta lo spettatore in Arizona, al confine con il Messico, patria dei signori della droga.

Per la prima volta, dopo i due film precedenti, il regista soppesa la possibilità di mettere tutto nelle mani di una protagonista femminile, una giovane agente dell'FBI, che ha ancora molto da imparare. Come nelle altre pellicole recenti, Kate è messa di fronte ad un mondo nuovo, ad un caso e dovrà fare delle scelte ed in situazioni estreme.

Ed è proprio in questa concatenazione causa-effetto, che lo spettatore accompagna proprio lei, la protagonista, in un inferno fatto di passaggi segreti, doppi-giochi e doppiogiochisti. A metà fra un thriller ed un revenge movie, è infatti l'atmosfera di vendetta, più che giustizia, a calcare la narrazione (sceneggiatura di Taylor Sheridan), così come il clima di morte che si respira fin dalle prima scene.

Sicario, come le opere precedenti, è infatti notevole, anche da un punto di vista visivo-evocativo e gran parte del merito va alla fotografia di Roger Deakins. Villeneuve ama stupire lo spettatore con scene agghiaccianti, pone la realtà, quella che i telegiornali non mostrano e getta luce sul dietro le quinte.

Con Sicario si è ben lontani dai classici film d'azione di Hollywood, visto che l'azione infatti è ridotta all'osso, pochi sono anche i movimenti dei protagonisti, i loro sguardi ipnotizzano, incatenano e agiscono, mantenendo viva l'attenzione e la tensione: l'attesa prima dell' “esplosione” finale.

Energiche e potenti anche le interpretazioni dei protagonisti, in primis Benicio del Toro, perfetta spalla destra e sicario solitario della brava Emily Blunt, alla quale sembrano calzare a pennello i ruoli da “soldatessa”. A completare l'ottima fattura, tutti i comparti tecnici per un film che si costruisce passo passo, con immagini potenti, crudeli, ma soprattutto reali, di una realtà distante, ma allo stesso tempo non poi così tanto segreta.

Alice Bianco

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency